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La storia :
Il Ciro di Pietro Ottoboni e Alessandro Scarlatti fu rappresentato alla Cancelleria con le scene di Filippo Juvarra a partire dagli ultimi giorni del dicembre 1711 o dai primissimi del gennaio 1712. Fu questo il terzo lavoro allestito dal cardinale nel proprio teatro, rinnovato dall’architetto messinese nel 1709, a realizzazione di un’opera di riforma melodrammatica riservata a «pochi uditori di condizione e confidenza» intrapresa dal porporato a partire dal 1710, anno che segna il suo ritorno al teatro per musica, dopo un lungo periodo di forzata chiusura di ogni pubblico divertimento a Roma: dopo Il Costantino Pio (1710) e Teodosio il Giovane (1711), musicati rispettivamente da Carlo Francesco Pollarolo e Filippo Amadei, con Il Ciro e il successivo Eraclio il cardinale festeggiava il brevetto con cui Luigi XIV l’aveva nominato «Protettore di Francia» nel Sacro Collegio, privilegio invero destinatogli fin dall’estate 1709 ma recatogli soltanto a distanza di un anno e mezzo abbondante dal cardinal Joseph-Emmanuel de La Trémoille.
Sulla data della prima rappresentazione del Ciro sono state avanzate varie ipotesi. Saverio Franchi la colloca al 7 gennaio 1712. Secondo Mercedes Viale Ferrero la première dell’opera potrebbe aver avuto luogo già negli ultimi giorni del 1711, giacché il 2 gennaio 1712 Gaspard Chappe, segretario del cardinale Ottoboni, dava notizia dello spettacolo al marchese de Torcy inviandogli copia del libretto con le incisioni juvarriane.
Schizzo per "Il Ciro " di A. Scarlatti - Roma 1712
La trama :
La trama narrativa dell’opera, semplice e lineare, si snoda in parallelo a quella visiva, che percorre ed esplora tutte le tipologie di un ideale itinerario arcadico. Il dramma mette in scena il riconoscimento di Ciro, l’erede al trono usurpato dal malvagio Astiage re di Media, nell’innocente pastore Elcino, cresciuto da Mitridate (insieme all’altra sua figlia Erenia) dopo essere stato abbandonato e destinato a morte dal genitore Cambise. Ciro assume infine il potere sovrano; la sua agnizione coincide col trionfo della verità sull’inganno, e la sua innocenza virtuosa determina l’immediata rigenerazione della corte e del regno tutto. In parallelo a questa trama se ne svolge una amorosa, che vedrà Ciro congiungersi con l’amata Sandane, ancorché ostacolato dalle angherie della sorellastra Erenia, a sua volta invaghita del nobile Arsace
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Struttura dell’opera
L’opera è composta da tre atti con una Sinfonia iniziale e successione di arie e recitativi. Presenti alcuni duetti, due cori conclusivi del secondo e terzo atto e tre balli.
Personaggi
ASTIAGE re di Media, contralto ARPAGO suo capitano, tenore
MITRIDATE padre d’Erenia Strada, basso
ERENIA amante d’Arsace, soprano
CIRO nipote d’Astiage, soprano
ARSACE nobile di Media, contralto
SANDANE sorella di Arsace, contralto